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Un drappo rosso

  • Cristina
  • 9 giu 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Questo straordinario dipinto di Caravaggio credo possa interpretare, meglio di qualsiasi altra cosa, il dolore e la profonda tristezza che provo in questi giorni davanti agli ennesimi e pare senza fine serie di femminicidi.

Questo è il mio drappo rosso che appendo qui per non dimenticare, per sperare che le cose cambino soprattutto.

Mi sono sentita in dovere, senza cadere nella retorica spero, di poter manifestare in qualche modo la mia vicinanza e il mio sostegno a tutte le donne che subiscono violenza...

intanto sullla mia terrazza da qualche giorno sventola il mio piccolo segno rosso.

*La Morte della Vergine è un dipinto a olio su tela realizzato tra il 1605 e il 1606 dal pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio. È conservato nel Musée du Louvre di Parigi.

Dipinta per la chiesa di Santa Maria della scala, è l’ultima pala d’altare che Caravaggio esegue a Roma. Ancora una volta, l’artista interpreta un soggetto religioso con toccante intensità umana, in cui il senso della realtà si impone su ogni convenzione iconografica o devozionale. Il trapasso della Vergine non è accompagnato da cori evangelici, ma dal pianto sommesso degli apostoli e della Maddalena. Maria giace terrea su un letto quasi di fortuna, sorretto da cavalletti: è una scena di dignitosa povertà, tra gente modesta, di profondi sentimenti. Gli unici arredi vistosi sono la grande tenda rosso-sangue che incombe su tutta la scena, sospesa ad una trave del soffitto, e, in primo piano, un bacile di rame. L’aver introdotto nelle rappresentazioni sacre la quotidianità nei suoi aspetti più umili fa di Caravaggio un grande innovatore della pittura religiosa seicentesca. Per la figura di Maria, livida, Caravaggio pare si sia ispirato a Lena Antognetti, una prostituta che era stata sua amante e modella, annegata nel Tevere. I piedi nudi, con le caviglie scoperte, mettono in evidenza in modo semplice e toccante l’estrema povertà di Maria, ma furono un dettaglio ritenuto “indecoroso” e suscitarono indignazione e riprovazione. Di fronte al realismo poco ortodosso della Vergine, in cui poteva essere riconosciuta l’immagine della giovane donna annegata dalle gambe scoperte e gonfie, il dipinto viene rifiutato con dure parole. Per contro, il grande quadro ha trovato immediato apprezzamento fra gli artisti e i collezionisti: acquistato per 280 scudi dai Gonzaga dietro consiglio di Rubens (il grande maestro fiammingo, all’epoca attivo a Roma, è stato uno dei primi e più entusiasti estimatori di Caravaggio), è passato poi nelle raccolte di re Carlo I d’Inghilterra e infine è pervenuto in Francia.

La composizione procede per linee orizzontali: la parte alta del drappo rosso, la serie delle teste degli apostoli, il corpo e il viso di Maria, persino la testa, il collo e la schiena della Maddalena piegata, in lacrime, costituiscono una sorta di pentagramma sul quale si dispongono le note malinconiche di un pianto funebre, vissuto con estrema compostezza, senza alcun accenno di teatralità o eccessiva espressività. In molti casi la scena della morte della Vergine è popolata dall'apparizione di Cristo o degli angeli che accompagnano l'anima di Maria in Paradiso. Caravaggio invece, si concentra sull'umanità spoglia e poetica della scena, dipingendo semplicemente il gruppo degli apostoli e il loro silenzioso, dignitoso dolore. Uno di loro dalla grande testa calva piange e si strofina gli occhi, avvicinandosi al cadavere di Maria. La figura più vicina all'osservatore è Maddalena, seduta su una rustica seggiola di legno, piegata su se stessa, in lacrime. Ancora una volta, Caravaggio inserisce in primo piano un personaggio in abiti contemporanei, per dare al dipinto un senso di verità e di quotidianità.

Tratto dal web:

http://caffetteriadellemore.forumcommunity.net/?t=43632558


 
 
 

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