La profondità delle umili cose
- Cristina
- 28 giu 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Nato a Kolín nel 1896, Josef Sudek inizia la sua attività come apprendista in una legatoria, dove inizia a scattare le prime fotografie. Con la prima Guerra Mondiale Sudek viene mandato al fronte italiano, dove, a causa di una granata austriaca, subisce l’amputazione del braccio destro. L’impossibilità di svolgere il suo lavoro di rilegatore lo porta ad intraprendere la strada delle fotografia.
La sua visione intimistica, per le piccole cose, a cui sa infondere emozione e poesia, suggerendo atmosfere magiche e introspettive, si avvicinano molto alla mia personale concezione della fotografia.
Di particolare intensità sono le opere scattate dalle finestre del suo laboratorio (1944-1953): uno sguardo che va oltre il mondo della sua casa e del suo giardino, e che ci presenta immagini a volte definite, a volte dai contorni sfocati, a volte solo delle ombre attenuate dalla condensa del vetro. Un’astrazione della realtà, che diventa accenno, ricordo, suggestione. La stessa immagine, così trattata dalle caratteristiche fisiche del vetro, passa dalla fedeltà del reale alla sua rappresentazione in senso pittorico-astratto, e alcune delle sue foto diventano quasi dipinti.
Molto belle ed interessanti anche le nature morte: cose semplici, povere, come nel caso delle fotografie “Ricordi di Pasqua”, che lasciano trasparire, oltre gli oggetti, uno stato di intima emotività che Sudek trasferisce alle sue fotografie senza retorica né sforzata enfasi. Se vi piacciano le foto di carattere intimistico vi consiglio vivamente lo studio delle opere di questo fotografo che sa trasformare le cose più banali in un ricettacolo di emozioni e suggestioni magiche.
da:












Chissà che, nel gioco delle reincarnazioni, Sudek non possa rinascere in uno dei suonatori d’organetto che animavano malinconici le vie all’ombra della cattedrale di San Vito? Dalle sue note potrebbe arrivarci la poesia composta da Franz Kafka all’inizio del secolo scorso: Uomini che sopra oscuri ponti camminano dinanzi a santi dai fiochi lumini. Nubi che sopra il cielo grigio passano dinanzi alle chiese dai campanili che imbrunano. Uno che al parapetto squadrato si appoggia e guarda l’acqua serale, le mani su vecchie pietre. tratto dal web: http://www.rolla.info/files/pdf/exhibit ... 0magia.pdf
Per chi vuole maggiori notizie su Josef Sudek
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Grazie a tutti per l'attenzione.
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