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Dentro un raggio di sole

  • Cristina
  • 10 lug 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Ci sono mattine che la bellezza ti circonda, ti abbraccia e non vuole più lasciarti. Decidi allora di scappare di casa come un ragazzo, diceva Pavese in Lavorare stanca, e chiudi piano la porta dietro di te per non svegliare chi è rimasto a dormire nelle vecchie stanze di Ca' Rosa. Prendi la solita strada dei campi, il tuo sguardo si ferma su un volo di uccelli, sono guardabuoi e inizi a scattare isolandoti da tutto il resto; e poi c'è lui, il rigogolo, che ti strugge il cuore con il suo canto malinconico, è una creatura segreta, che non si fa mai vedere, ogni estate lo aspetti per abitare il suo canto. Procedi poi verso il fiume, l'aria è rarefatta, c'è una leggera nebbiolina che si stende sull'acqua, le barche sono immobili e sai che questo fiume è la tua esistenza, la tua vita, il Padre perduto. Ti fermi poi a parlare con un pescatore, delle sue prede che non riconosce più. Continui a girovagare le strade, la mietitura regala campi matematici, il formentone è diventato grande sta invadendo l'orizzonte e poi c'è quella Corte abbandonata, la casa signorile, la sua entrata con due colonne rivestite di roselline ormai caduche da una parte e dall'altra l'albero dei cachi già con i frutti ai suoi rami, ci sono poi il bel giardino, le piante antiche, i fiori dai colori ancora vivaci nonostante l'afosa estate. Continui a scattare e all'improvviso ti entra nel cuore un raggio di sole, ti trafigge quasi con la sua luce, ti scalda, ti illumina per un momento tutta la giornata e la fatica non la senti più. Ora puoi ritornare piena di gioia e Bellezza alla tua casa dei Foresti, nella tua vita d'argine, ora hai nel tuo archivio un mattino da ricordare per sempre.

Lavorare stanca

Traversare una strada per scappare di casa lo fa solo un ragazzo, ma quest'uomo che gira tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo e non scappa di casa.

Ci sono d'estate pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese sotto il sole che sta per calare, e quest'uomo, che giunge per un viale d'inutili piante, si ferma. Val la pena esser solo, per essere sempre più solo? Solamente girarle, le piazze e le strade sono vuote. Bisogna fermare una donna e parlarle e deciderla a vivere insieme. Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte c'è lo sbronzo notturno che attacca discorsi e racconta i progetti di tutta la vita.

Non è certo attendendo nella piazza deserta che s'incontra qualcuno, ma chi gira le strade si sofferma ogni tanto. Se fossero in due, anche andando per strada, la casa sarebbe dove c'è quella donna e varrebbe la pena. Nella notte la piazza ritorna deserta e quest'uomo, che passa, non vede le case tra le inutili luci, non leva più gli occhi: sente solo il selciato, che han fatto altri uomini dalle mani indurite, come sono le sue. Non è giusto restare sulla piazza deserta. Ci sarà certamente quella donna per strada che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa.

Cesare Pavese

Alla sezione Colori il racconto fotografico di oggi.

Grazie a tutti per l'attenzione.


 
 
 

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