Rachele, la lieve
- Cristina
- 7 mar 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Oggi voglio presentarvi Rachele, una mia cara amica, ma soprattutto una brava fotografa, timida e riservata come la sua fotografia. Io e Rachele ci siamo conosciute qualche anno fa attraverso il web e da lì è nato un legame molto forte. Quando insieme ci ritroviamo ad attraversare i nostri territori polesani, torniamo un po’ bambine, con quell’innocenza di chi vede la natura per la prima volta: un dono sorprendente.
La fotografia di Rachele è pura, essenziale, lieve ed è fatta di una ricerca spasmodica verso le piccole cose che ci nutrono di bellezza. Il suo è uno sguardo tenero e incantato verso il mondo.
La sua cifra stilistica la contraddistingue dalla fotografia banale che impera nei vari social della rete.
L’essenziale è invisibile agli occhi, dice una frase del libro “Il piccolo principe”, ma non ai suoi che guardano in profondità la vita. Scoprire la sua fotografia ti spinge ad indagare in quel minimalismo autentico ma soprattutto nel cercare di capire il linguaggio fotografico della sua anima. Con la fotografia, Rachele, si isola da tutto il resto dando un senso profondo alle cose e riuscendo a captare la vera sostanza dei soggetti o degli oggetti fermati.
La natura selvaggia abita in lei. Rachele, piccola esploratrice di un mondo a parte, che ti fa partecipe, che ti coinvolge, riuscendo, con le sue immagini, a catapultarti in una dimensione unica e vera.
La sua fotografia è fatta di ombre, riflessi, luci, foglie indomite e alberi amici che prendono per mano anche noi umili testimoni della bellezza silenziosa, raccontata dal suo mezzo meccanico a bassa voce, rendendoci responsabili e attenti in questo mondo opulento dove la fotografia si sta perdendo esclusivamente in un superficiale esibizionismo.
Ha esposto ad alcune mostre collettive, molte delle sue foto sono state scelte per la rivista REM e per alcuni libri di poesie.







Le immagini dopo il testo
sono di Rachele C.
Grazie a tutti per l'attenzione
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