Lettera all'amore abbandonato
- Cristina
- 7 ago 2017
- Tempo di lettura: 1 min

E poi,
poi
ti ho lasciato andare,
sei scivolato via
come acqua di fiume che va al mare.
Ma ti parlerò ancora di me
perché questo poco amore che ti ho lasciato
possa raggiungerti
e insegnare a quella donna,
che ti prenderà per mano,
a contare ogni battito del tuo cuore.
Ti lascerò tutte le mie poesie,
le mie vane parole
che hanno preso una stanza in affitto
arredata di versi,
di accenti, metafore,
delle mie foglie morte,
delle mie collane di perle,
dei miei seni nudi come dune nel deserto,
perché tu possa abitarla un giorno.
Perché sai
la donna del fiume lascia eredità d’amore,
e il bene tutto che ti ha voluto
come testamento,
firmato con dita d’inchiostro e tristezza
a sigillare carte e quaderni d’anima
ad un uomo sconosciuto.
Sì, le donne tristi, come me,
hanno francobolli d’amore
per lettere mai spedite,
hanno padri volati in cielo,
madri belle dentro vestiti a fiori,
amori traditi,
abbandonati sulla riva
di un mare e kina.
E ora la ragazza del giardino segreto
affida a dio
(il tuo nome)
e un addio
affinché venga il tempo
di un saluto ancora,
quando il sole apre il mattino
e illumina la tua terra aspra e lontana,
quando ancora nel sonno lei ti chiama,
e ti ama,
ti ama,
ti ama.
a nessuno, a un compleanno, agli anni, alla vita...
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